Il palischermo di Oliveri, testimonianza della Tonnara
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Le tonnare hanno rappresentato un momento importante per numerosi comuni costieri della Sicilia. La pesca del tonno rosso con la mattanza vanta un'antica tradizione nell'Isola. Un'attività di grandissima importanza, un tempo, nell'economia della regione. La pesca con la tonnara, introdotta dagli arabi intorno all'anno 1000, ha avuto la massima espansione nel XIX secolo per concludersi intorno agli anni '60. La tonnara era costituita da una grande rete calata in mare, con diversi ambienti o scomparsi, denominate camere. I tonni venivano così intrappolati e poi uccisi con la mattanza. Una pesca che coinvolgeva numerose persone sia in mare, sia a terra per la successiva lavorazione del pesce.
Ancora oggi restano alcuni segni tangibili di questo passato che ha dato lavoro a numerose famiglie. Per raccontare questo antico metodo di pesca, che ha caratterizzato fortemente l'identità di questi luoghi, le telecamere di OndaTv e Bella Sicilia hanno visitato nel messinese alcuni luoghi delle ex tonnare. Tra queste quella del Tono di Milazzo e quella di Oliveri. In particolare in quest'ultimo comune si trovano ancora alcuni Palischermi, le imbarcazioni utilizzate per la collocazione della Tonnara e per la mattanza. Uno di questi si trova in buono stato di conservazione. Pur non essendo tra le barche più lunghe in uso ai tonnaroti le sue dimensioni mostrano quanto era faticosa e complessa questo tipo di pesca che coinvolgeva numerosi marinai in varie barche.
La parola "palischermo" ha origine greca e indica un'imbarcazione con molti remi.
A costruire queste robuste barche erano i mastri d'ascia oggi quasi scomparsi, dopo l'utilizzo delle barche in resina. Il loro compito era quello di costruire delle barche robuste interamente in legno.
Nel comune di Oliveri è ancora presente uno di loro che ci ha raccontato i segreti di questo mestiere.
La costruzione delle barche in legno richiedeva tempo e abilità perché le imbarcazioni dovevano essere in grado di assicurare una navigazione sicura e dovevano durare nel tempo. Ogni anno venivano effettuati diversi lavori per poter mantenere al meglio la barca che solitamente aveva una vita di circa 30 anni.
Sentire il racconto di questi maestri ci affascina e ci riporta indietro nel tempo. Un passato che i più anziani ricordano ancora bene. Il maestro d’ascia Tindaro Pensabene, racconta che l’ossatura del palischermo era in legno di quercia e il fasciame di pino isolano, misto ad altre qualità di legno.
I palischermi più importanti della flotta di Oliveri erano quattro. Quello conservato quasi intatto nel comune messinese era destinato prevalentemente al trasporto delle pietre. Nelle vicinanze si trova il grande opificio per la lavorazione del tonno. Oggi questa struttura è stata convertita in residence e, in particolare d'estate, è meta di numerosi turisti attirati in particolare dalle bellissime spiagge presenti.
Oliveri perà non solo una città balneare e turistica ma anche una località ricca di testimonianze del passato legato in particolare alla sua tonnara, tra le più importanti del golfo di Patti.
Articolo redatto nell'ambito del progetto Mare Ricco Siciliano – 3^ edizione, selezionato dal Dipartimento della Pesca Mediterranea - Assessorato regionale dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea nell'ambito delle proposte progettuali finalizzate alla valorizzazione commerciale dei prodotti ittici siciliani (Misura 5.68 Misure a favore della commercializzazione - Interventi a titolarità PO FEAMP 2014-2020 – annualità 2023).
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