Torna nel fine settimana la ‘Giornata nazionale dei Castelli

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Torna nel fine settimana la ‘Giornata nazionale dei Castelli, organizzata dall’Istituto italiano dei Castelli onlus. La sezione siciliana dell’Istituto, presieduta da Maria Vittoria D’Amico Santagati, sabato 13 e domenica 14 maggio aprirà i recuperati castelli Branciforti di Raccuja e Serravalle nel comune di Mineo. La novità dell’edizione 2023 è il doppio calendario di iniziative: questo fine settimana, e a seguire, in autunno, il 16, 17 e 24 settembre. 

“È un momento centrale della nostra programmazione annuale – spiega Michaela Marullo Stagno D’Alcontres, presidente nazionale dell’Istituto – perché ci permette di andare oltre la conservazione e valorizzazione delle nostre strutture fortificate, organizzando tutta una serie di iniziative che fanno percepire quanto sia reale e importante il legame tra le fortificazioni e i loro territori. I castelli, infatti, sono testimonianze non solo architettoniche – osserva la presidente - ma di storia sociale ed economica, molti di questi contribuiscono alla conoscenza e promozione di borghi e città.”. 

 Il castello di Raccuja è stato oggetto di un restauro molto lungo e importante, promosso grazie all’impegno costante del socio dell’Istituto italiano dei Castelli Nunzio Astone. La fortificazione era abbandonata in pessime condizioni e grazie al restauro della Soprintendenza ai beni culturali di Messina e ai fondi regionali, con la collaborazione del comune di Raccuja è tornato a splendere. Sabato 13 maggio al Castello Branciforti di Raccuja si terrà anche un incontro alla prsenza di vari relatori per illustrare le attività di restauro portate avanti. e la presentazione della raccolta di saggi ‘Il Castello di Raccuja e dintorni’.

Il Castello Branciforti di Raccuja è stato costruito nell’XI secolo dal conte Ruggero I d'Altavilla, sui resti di architetture di origine romane e islamiche. L’attuale proprietà è del Comune di Raccuja. 

Il compatto edificio occupa un’area a pianta rettangolare che domina la parte alta del paese, nel cuore del centro medioevale. Dopo i Normanni furono gli Svevi ad ampliare la struttura, prolungando l’ala parallelepipeda e, probabilmente, sopraelevando la torre cilindrica tuttora esistente, in quanto la originaria costruzione a tholos fu rialzata di un piano.

Ancora con gli Svevi, intorno al XIII secolo, la struttura si presentava come un saldo fortilizio, nel quale era stanziato il governo della cittadina, che dipendeva direttamente dal re in quanto Raccuja era di dominio regio.

Il periodo branciforteo: dal 1552 conti di Raccuja furono i Branciforti, i quali modificarono e adattarono ampiamente la struttura castellana che conservava ancora un aspetto vetusto e medievale, per ricavarne un luogo di rappresentanza politico-amministrativa. L’ultimo grande intervento risale alla metà del XIX secolo quando la struttura, passata allo stato dopo la caduta degli stati feudali e poi all'Italia con l'unità del 1860, venne trasformata in carcere e alterata in molte sue parti.

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