Osteopatia, il disappunto del Presidente dell'Alessandrina sul provvedimento amministrativo sull'attività professionale
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L’Accademia di Medicina Osteopatica “Alessandro IV”, che da quasi un ventennio svolge attività formativa in campo osteopatico, attraverso una lettera inviata dal Presidente Francesco Manti, ha espresso la propria amarezza e delusione per il provvedimento amministrativo emesso dal Direttore Generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale, Dott.ssa Rossana Ugenti, con il quale si dispone “che l’attività professionale di Osteopata può essere esercitata solo da chi è in possesso della laurea di medicina e chirurgia e successiva abilitazione o della laurea abilitante in fisioterapia”.
Il Presidente dell'Accademia Alessandrina aveva posto fiducia per quanto si era detto e si era fatto durante i lavori, svolti al tavolo del Ministero della Salute, voluto e presieduto dalla Dott.ssa Ugenti, per una legge ad hoc.
“L’atto amministrativo – scrive il presidente Manti - emanato dalla stessa in un sol colpo ha annullato un anno e mezzo di proficui lavori e conclusioni. Lavori che avevano contribuito, in ossequio alle disposizioni di cui alla legge n. 3 del 2018, alla stesura del documento conclusivo circa le funzioni caratterizzanti la professione di Osteopata ed i criteri di valutazione dell’esperienza professionale, documento che è oggetto d’ ipotesi di accordo, (ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1987n 281 tra il Governo , le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano) concernente l’istituzione della professione sanitaria dell’Osteopatia ai sensi dell’articolo 7 comma 2 della legge 11 gennaio 2018. Certamente - sostiene il presidente Manti - il provvedimento assunto dalla Direttrice, inaspettato, anche perché contrasta con quanto emerso al tavolo dei lavori, e sulla cui legittimità l’Associazione Nazionali Professionisti Osteopati (A.N.P.O.) ha posto in essere gli atti legali tendenti al suo annullamento, ha suscitato gravi perplessità negli addetti ai lavori per cui si rende necessario l’intervento del Ministro della Salute affinché esse vengano eliminate. Anche se il provvedimento è stato trasmesso ad un’Azienda Sanitaria Provinciale, quella di Catania - di una Regione Sicilia tra l’altro a statuto speciale - e per conoscenza sempre ad un organismo provinciale, il Comando Carabinieri NAS di Catania, deve essere restituita serenità e certezza all’ambiente osteopatico sul tutto il territorio siciliano e nazionale.
Tanti giovani che si accostano alla professione osteopatica e tutti quei professionisti che da anni svolgono l’attività – prosegue il Presidente Manti - non devono essere oggetto di limitazione nella scelta della formazione e dell’attività professionale che si vuole esercitare. Il Ministro della Salute deve pertanto intervenire nella vicenda oltre che per gli aspetti d’illegittimità amministrativa del provvedimento anche per opportunità perché, come è dato leggere in esso provvedimento, lo stesso, nella forma, assume la veste di atto dovuto in seguito ad una nota-esposto trasmessa da un registro nazionale delle professioni sanitarie della riabilitazione (R.I.R.).
Non è condivisibile - conclude il presidente Manti - che sol perché (a riferirlo nel provvedimento è la stessa Dott.ssa Ugenti) l’ipotesi di accordo non è stato ancora sottoscritto, chi ha funzione di Dirigente del Ministero della Salute ed a nome di esso Ministero emetta un provvedimento nei termini cosi come richiesti in una nota esposto da una semplice associazione di categoria”.
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